domenica 23 marzo 2014

Un classico ritrovato: Scorciatoie e raccontini di Umberto Saba

Pubblicate per la prima volta nel 1946, incluse nel volume mondadoriano che raccoglie tutte le prose di Umberto Saba curato da Arrigo Stara nel 2001, le  Scorciatoie e raccontini, brevi prose scorciate che coniugano il rigore logico dell’aforisma con la densità visionaria e coloristica della prosa narrativa, hanno da qualche anno conosiuto una seconda giovinezza: sono state infatti ripubblicate da Einaudi nell’aprile del 2011, in uno smilzo volumetto dalla copertina verde, in cui è possibile leggere (o rileggere, per chi già le  conoscesse) una delle più innovative opere del poeta triestino, autore del celebre  Canzoniere, che in questi suoi 165 brevi, e brevissimi, scritti aforistico-narrativi, cui fanno seguito 14 singolari storielle dal taglio lievemente più lungo, si rivela anche un grandissimo prosatore.
Nella sua Storia e cronistoria del Canzoniere  (1946) Saba, accennando allo scarso successo sortito da Scorciatoie e Raccontini,  dichiara che queste prose  hanno “le radici nell’Ottocento e la testa nel 2050”, e in una lettera alla figlia Linuccia, risalente al 30 Novembre 1945, sempre parlando di Scorciatoie, l’autore triestino si esprime in questi termini: “È più che un bel libro; è il libro del Novecento, come Candide fu il libro nel quale si assomma il Settecento. Pochi, assai pochi lo capiranno. Ma l’opera è vitale… come lo fu il tuo povero padre”.
Saba considerava quindi Scorciatoie e raccontini un’opera d’importanza capitale, del resto è vero che, sebbene questa raccolta affondi le sue radici nel diciannovesimo secolo, è effettivamente  proiettata verso il futuro, e verso un pubblico giovane, in grado di affrontare un tipo di narrativa innovativa, che non vuole solo essere letta, ma ha il fisiologico bisogno essere vissuta in ogni sua parola; proprio per questo motivo anche la grafia  di Scorciatoie e raccontini è connotata in una maniera che potremmo definire sentimentale, ed è portatrice di significati complessi e profondi.
Per comprendere la densità di  quest’opera si leggano la prima e la seconda  scorciatoia in cui l’autore riconosce la complessità grafica ed argomentativa delle sue brevi prose: 
 
1 GRAFIA DI SCORCIATOIE Sono piene di parentesi, di - fra lineette - di “fra virgolette”, di parole sottolineate nel manoscritto e che devono essere stampate in corsivo, di parole in maiuscolo, di “tre puntini”, di segni esclamativi e di domanda. Che il proto prima, e il lettore poi, mi perdonino. Non so più dire senza abbreviare; e non potevo abbreviare altrimenti.
 
2 SCORCIATOIE Sono – dice il Dizionario – vie più brevi per andare da un luogo ad un altro. Sono, a volte, difficili; veri sentieri per capre. Possono dare la nostalgia delle strade lunghe, piane, diritte, provinciali.
 
Scorciatoie e Raccontini, che Saba dice di aver scritto in collaborazione con Nietzsche e Freud (ma nel quale è possibile rintracciare anche degli echi leopardiani) non è solo un’opera in cui l’autore triestino mette in mostra tutte le sue conoscenze psicoanalitiche, in una sorta di utopistica progettazione di una nuova società; è in primo luogo una raccolta di prose scorciate e di favolette contemporanee e senza tempo, in cui Saba fornisce una propria interpretazione di fatti, personaggi ed opere letterarie osservando la società che lo circonda, ed esprimendo giudizi taglienti e dissonanti nei confronti di autori osannati dai suoi contemporanei come Francesco Petrarca, Stephan Mallarmè, Giovanni Pascoli o  Alberto Moravia.
Nelle sue pagine, che sono un dolceamaro frutto in cui si percepiscono “le lacrime ed il sangue” del poeta triestino scampato alle persecuzioni della guerra, Saba disegna inoltre un acuto ed impietoso ritratto dei totalitarismi e dei loro principali fautori, rivelandosi un fine esegeta ed un sensibile interprete della realtà in cui vive.
Le Scorciatoie ed i raccontini sono quindi dolci e dolorosi, infatti dietro a una similitudine o ad un’affermazione paradossale e bizzarra nascondono profondi coni d’ombra,  che possono anche turbare ed amareggiare un lettore sensibile, e rivelano la loro talvolta sconcertante attualità, nonostante siano state concepite da Saba in un definito periodo storico (Il fascismo ed il secondo dopoguerra).
Ma  Scorciatoie e raccontini sono soprattutto un immenso messaggio d’amore, che Saba affida con fiducia ai suoi lettori, perché crede fermamente che le generazioni del futuro potranno capirlo, e saranno disposte ad ascoltarlo.
Sarà vero? Noi pensiamo di sì; perché, sebbene la società contemporanea abbia sempre una gran fretta, e la fretta sia notoriamente una cattiva consigliera, nella lettura di Scorciatoie e Raccontini, come in qualsiasi altro tipo di azione, la nostra generazione è più curiosa e disinibita e potrebbe essere pronta ad affrontare le parole, leggere come farfalle e pesanti come macigni scritte da un anziano, eppur giovanissimo, Umberto Saba.


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