mercoledì 19 maggio 2021

Nuovi classici senza tempo: la dolceamara vicenda dell' Ickabog nel regno di Cornucopia


Voglio chiarire subito un fatto che sembrerà  banale, ma che potrebbe essere un deterrente per non leggere questo libro: L'Ickabog  (Salani editrice), pubblicato nel novembre del 2020, non è Harry Potter,  sono due storie che hanno in comune solo l'autrice, J. K. Rowling, e nient'altro. Differente è  l'impianto narrativo, differenti le strutture narratologiche, differenti gli intenti.

L'Ickabog è una fiabesca metafora, un' ineccepibile costruzione narrativa di un' altrettanto ineccepibile autrice che attinge all'universo delle fiabe tradizionali sviluppando una morfologia nella quale sono riconoscibili le principali funzioni di Propp.

La mia disamina comincia proprio dalla forma di questo romanzo, figlio del 2020 e della volontà di recuperare e narrare una storia rimasta in un cassetto facendola diventare interattiva e coinvolgendo i giovani ascoltatori a distanza nella realizzazione delle sue illustrazioni.

L'onniscienza e la ricercata e ironica  complicità tra narratore e lettore sono espedienti mutuati dalla narrativa romanzesca classica ( non si può  non pensare al nostro Manzoni e ai sei lettori dei Promessi Sposi) e costruiscono un perfetto sistema di immedesimazione nelle vicende.

La geografia dei luoghi e i tempi che si stagliano nel fiabesco indeterminato, consacrano il racconto a questa specifica tipologia narrativa.

Infine l'equilibrio  dei personaggi è  frutto di un'equazione creativa in cui non ci sono sbilanciamenti e ognuno svolge il suo ruolo in modo proporzionato rispetto a quello degli altri.

I richiami e i motivi fiabeschi si intrecciano in un'armonia romanzesca leggera e profonda: i motivi del monstrum, dei dei fratelli separati che devono superare tante prove si intrecciano con  quelli del re inetto e del consigliere disonesto, delle eroine al femminile, degli oppressi che lottano per la libertà, del regno che si vede impoverire per una minaccia incombente; i finali lieti e incrociati portano a compimento tante piccole e grandi storie legate tra loro in maniera reale e simbolica.

Fil rouge del discorso narrativo è  la paura del diverso e la scoperta della gentilezza come valore portante per convivere e costruire nelle differenze.

Non mancano argomenti forti declinati nel linguaggio fiabesco: il delicato motivo della genitorialità intesa anche come questione di genere, e quello politico che mette in scena l'eterna e inevitabile lotta tra autoritarismo statale e necessità di una visione democratica di governo in cui il popolo possa dire la sua e non si trovi asservito e oppresso al potere di pochi o ancor peggio di uno che fa solo il proprio interesse.

L'Ickabog non è proprio Harry Potter, ma è una storia straordinaria per la sua capacità di legarsi a qualsiasi tempo e a qualsiasi luogo. È una lettura per bambini e ragazzi, uno spunto di riflessione per gli adulti.

L'Ickabog è  di fatto un delicato e potente parto metaforico e metatemporale di quello strano anno che è  stato il 2020, e nella sua trama strutturale e narrativa questo piccolo grande libro è indubbiamente già un classico.