giovedì 17 settembre 2020

La fiction è servita. Breve disamina de I LEONI DI SICILIA

 


I Leoni di Sicilia di Stefania Auci è stato, e continua ad essere, il caso letterario di questo ultimo anno. Pubblicato nel 2019 dalla Casa Editrice Nord ha conquistato tantissimi lettori con la sua scrittura rotonda e facile, che tratteggia con ferme e dense pennellate luoghi avvenimenti e personaggi. 

Questo è di fatto il primo capitolo della saga dei Florio, la famiglia di imprenditori che tra il XIX e i primi anni del XX secolo ha segnato la storia economica e culturale di Palermo e dell'intera Sicilia, e terminando la lettura si è assaliti dalla curiosità di sapere come si evolverà il romanzo familiare in cui il verghiano ideale dell’ostrica viene stravolto con spudorata sagacia prima dai capostipiti Paolo e Ignazio e poi dal loro figlio Vincenzo.

Le vicende scorrono piacevolmente davanti agli occhi dei lettori: chi conosce la città Palermo è avvantaggiato nella lettura perché riesce a vedere materialmente il teatro in cui le vicende dei Florio si consumano, e riconosce le loro impronte  raccontate nella scrittura. 

Ci invece non ha esperienza di questa città non potrà  non rimanere avvinto dai lacci letterari tesi dall'autrice che riporta in vita un mondo che non c'è  più  ma che ha lasciato tracce culturali e geografiche profonde e degne di essere raccontate.

I leoni di Sicilia è un prodotto letterario di un certo pregio per la sua immediatezza, per cui le parole diventano cose senza tuttavia appesantirsi di  sfumature lirico-evocative; il romanzo può  già  considerarsi  il canovaccio ( lo screenplay volendo fare l'esterofila) di una fiction per il modo in cui è tagliato e narrato, a livello strutturale infatti  le varie sezioni temporali/ puntate in cui è suddiviso riportano un titolo che richiama gli interessi dei Florio e le introduzioni  di carattere storico contestualizzano con puntualità le vicende; i proverbi che introducono ogni sezione, oltre a fornire un sapore folkloristico, la incastonano nella tradizione regionale attraverso l'uso del dialetto.  A livello narrativo la forza rappresentativa con cui sono raccontate le vicende permette ai lettori di recuperare sogni desideri  e caratteri dei personaggi, e di indagare  e osservare ogni singolo protagonista in una coralità di punti di vista che si alternano e si completano. Ogni personaggio è  infatti narrato dall'interno, in quelle che sono le sue risoluzioni, le debolezze, e nei movimenti della sua anima.

Di fatto l'intenzione del romanzo storico d'epoca si realizza in una scrittura “di consumo”, che racconta in un incalzante presente storico, ne favorisce l'immediatezza e permette di osservare con una certa immedesimazione i moti sentimentali e sensuali dei personaggi.

I leoni di Sicilia sono quindi un'esperienza di lettura visionaria e cinematografica che forse a qualche purista farà storcere il naso per una sua supposta e supponente scarsa profondità letteraria; tuttavia una costruzione narrativa di questo tipo ha l'indiscutibile pregio di avvicinare alla lettura anche i lettori occasionali che, dopo aver tentennato davanti alla voluminosità del " tomazzo" sono conquistati dalla sua scrittura dialogica pulita e scorrevole. Ben venga allora in caso letterario e aspettiamo anche la fiction, augurandoci che tra il teatro della scrittura e l’occhio televisivo sia il primo ad avere la meglio, sancendo il fascino indiscutibile di  questa saga familiare così come è stata interpretata  e raccontata attraverso la scrittura dalla sua autrice.