giovedì 1 maggio 2014

Una saga fantagalattica e demenziale che spiega la complessità dell’Universo: La guida galattica per gli autostoppisti.

Cosa succederebbe se la Terra fosse distrutta da un’astronave aliena per far posto ad una superstrada galattica? E’ questo che raccontano i cinque episodi della Guida galattica per gli autostoppisti,  epopea fantagalattica scritta da Douglas Noel Adams tra il 1979 e il 1984 e pubblicata nella Piccola Biblioteca Oscar Mondadori.
La saga vede protagonisti il terrestre Arthur Dent, che si salva dalla terribile tragedia della fine del modo con l’aiuto di Ford Prefect, un alieno, esperto autostoppista galattico, che abita sulla Terra da 15 anni e si occupa dell’aggiornamento della Guida galattica per autostoppisti. I due sgangherati amici intraprendono uno straordinario viaggio nell’universo spazio-temporale, insieme al presidente della galassia, il bicefalo Zaphod Beeblebrox, alla terreste Trillian, e al super intelligente (e super depresso) robot Marvin.
I cinque episodi della saga (Guida galattica per gli autostoppisti, Ristorante al termine dell’Universo; La vita, l’universo e tutto quanto; Addio, e grazie per tutto il pesce; Praticamente innocuo)  si snodano tutti (in maniera non omogenea) intorno a questi cinque personaggi, sebbene siano soprattutto Arthur e Ford i due grandi protagonisti di questa vicenda paradossale.
Pur essendo stata pubblicata più di trent’anni fa la  Guida  si confronta con temi di straordinaria attualità come l’asservimento dell’uomo alle macchine, la ricerca del significato dell’universo, il relativismo spazio-temporale che porta ad ipotizzare non solo l’esistenza di altri mondi ma anche di dimensioni alternative in cui uno stesso pianeta acquista forme differenti. L’uomo, abitante di un pianeta “Praticamente innocuo” (come lo definisce tristemente la Guida) si confronta con un Universo complesso e confuso (Un “gran casino generale”) e scopre di non esserne il centro, del resto l’antropocentrismo è smentito dalla scoperta che sono i topi gli esseri più intelligenti della Terra, seguiti dai delfini!
Douglas Adams ha costruito una storia avvincente e demenziale, talvolta irritante nella sua lucida irrazionalità, che tuttavia rappresenta  l’incomprensibilità dell’Universo con leggerezza e profondità. Il ritmo della vicenda, rapido e scoppiettante nel primo episodio della saga, si fa  un po’più lento in Ristorante al termine dell’Universo,  in cui l’elemento riflessivo e speculativo fa parte a sé, non agglutinandosi all’azione.
Ma sono le guerre di Krikkit, ne  La vita, l’universo e tutto quanto, a costituire il cuore di questa epopea, il pianeta Krikkit è infatti una metafora della Terra, un mondo egocosmico, falsamente ecologista, che aspira a distruggere tutti gli altri pianeti dell’universo. Ma ancora una volta Arthur e Ford riusciranno a salvare la galassia, grazie all’aiuto del robot Marvin, protagonista di uno spassosissimo dialogo con un materasso sul pianeta Sconchiglioso Z.
Ma, alla fine, questa Terra sarà stata distrutta davvero? Allora come mai Arthur, che fra un’avventura e l’altra ha anche imparato a volare,  si ritrova a casa sua in  Addio e grazie per tutto il pesce ? e soprattutto; che fine hanno fatto i delfini? Che sia stato tutto un sogno? Considerato che Arthur ha trovato l’amore, ma che questo amore ha qualcosa di strano (come del resto è strano un singolare oggetto di vetro che qualcuno, non si sa chi, gli ha regalato) , è un po’ difficile credere che tutte le sue sgangherate avventure siano state frutto di un lungo sogno…è molto più probabile che l’asse della probabilità, con i suoi squilibri spazio temporali gli abbia giocato qualche brutto scherzo, come ad esempio quello di fargli avere una figlia proprio con Trillian (una bambina chiamata Casualità, in  Praticamente innocuo), mentre in un’altra dimensione la stessa Trillian si strugge per non aver seguito Zaphod nello spazio e cerca di sfondare come giornalista…
Fra l’altro, la casa editrice che distribuisce la guida galattica per gli autostoppisti vorrebbe mutarne la struttura e  modificare la fetta di mercato a cui si rivolge, facendo scrivere a Ford Prefect solo recensioni sui ristoranti.
La guida galattica per gli autostoppisti ha una trama coinvolgente e complicata, che tuttavia conosce anche dei momenti di debolezza e che può diventare irritante per l’irriverenza con cui si confronta con quelli che noi consideriamo dei problemi di vitale importanza.
Eppure questa avventura paradossale  si rivela sconcertante perché le risposte che ci fornisce sono plausibili, acute ed incredibilmente credibili, anche quando appaiono a prima vista incomprensibili, ma del resto il messaggio che appare sullo schermo della guida quando si attiva parla chiaro, confortandoci e orientandoci in questa (Allegra? Babelica? Galattica?) confusione : NON FATEVI PRENDERE DAL PANICO. Un suggerimento che non possiamo non tener presente.