martedì 28 agosto 2012

I diversi stili di lettura: lettura – immedesimazione


È bello immergersi nelle pagine che stiamo leggendo, sentirle vibrare nella nostra anima e condividerle pienamente, pensare che “tutto è bello, tutto è perfetto, tutto è vero”, ma… è sempre giusta, ovvero, è sempre equilibrata, questa maniera di leggere? Non sarà che a volte ci facciamo trasportare troppo, e che i nostri neuroni sono un po’ troppo sensibili (fessacchiotti…) al fascino della pagina scritta?
Questo non vuole certo essere un attacco ai cuori dei lettori più appassionati (spesso solitari e sprezzanti del volgo…),  è più che altro una constatazione:  alcuni sensibilissimi lettori non riescono a mantenere le giuste distanze da ciò che stanno leggendo,  immedesimandosi in modo eccessivo nelle pagine che divorano con tutte le parti del loro corpo ( PRENDERE PER ORO COLATO LE COSE CHE SI LEGGONO….)
Sembra uno stile di lettura poco frequente, ma i  lettori di opere filosofiche e pseudofilosofiche  protendono spesso a immedesimarsi nelle parole di quelli che considerano dei maestri! Una forma di immedesimazione più subdola è quella del citazionismo esasperato: Il lettore che tende all’immedesimazione  impara a memoria frasi e stralci di un libro che lo emozionano e poi…li usa (li vomita letteralmente) al momento che ritiene più opportuno (e che  magari non lo è proprio…)
Perdersi nei meandri di un  libro è meraviglioso, rilassante, rigenerante (Però stiamo  attenti ai nostri occhi! Leggiamo adoperando  la giusta luce, altrimenti, una bella congiuntivite, non ce la toglierà nessuno, altroché lettura rilassante!!!!) Ma aggrappiamoci sempre , come Teseo, al  filo d’Arianna che ci permette di mantenere un contatto con la realtà!Immedesimarsi sì, ma con critica moderazione…

venerdì 24 agosto 2012



Dieci minuti con Umberto Saba...

Ho trovato su Youtube questo documento del 1956...e mi sono emozionata ad ascoltare e a osservare in che modo sono state sentite, vissute e  interpretatele parole poetiche da chi le ha scritte...
(Che occhio innamorato! Che voce malinconicamente tremante di poesia!)


giovedì 23 agosto 2012

  

I diversi stili di lettura: lettura accademica o lettura-studio


Una maniera di leggere dal nome altisonante, ma  che è in realtà particolarmente diffusa, seppur in forme che sono  più o meno evolute, a seconda del grado d’istruzione di chi sta leggendo.
Solitamente la lettura accademica si presenta come una necessità: io leggo un testo  perché devo studiarlo (ad esclusione, logicamente di chi fa della lettura un lavoro, in tal caso il lettore VUOLE studiare uno specifico argomento) questo significa che mi concentro su aspetti diversi da quelli emozionali: la lettura-studio si intraprende per acquisire dei concetti, implica un profondo esercizio dell’attenzione e maggior sforzo della memoria  che raccoglie dalle pagine le informazioni e, a seconda dei casi, le elabora in funzione di uno scopo specifico (esercitazioni, esami, interrogazioni).
Spesso la lettura accademica interessa testi poco coinvolgenti come i manuali, i quali (lo dice anche il nome) hanno uno scopo prevalentemente didattico e nozionistico, per cui lo stile di  lettura accademico appare “diverso” da qualsiasi altro  anche a causa dei supporti materiali sui quali si esplica. Ha inoltre dei tempi e delle scadenze, che fanno sì che l’aspetto coercitivo delle lettura prenda il sopravvento rispetto a quello formativo.
Tante volte, prima a scuola e poi  all’Università, ci hanno propinato poesie da imparare a memoria, testi letterari da analizzare per cercare di comprenderne lo stile, interi volumi (questo vale in particolar modo per chi ha affrontato studi umanistici) di classici da “studiare”. Ma, in questo modo, troppo occupati a scovare un enjambemant, o a cercare assonanze e consonanze tra un determinato testo e la produzione letteraria ad esso coeva,  non ci siamo fatti prendere dalla sua intrinseca bellezza e dai suoi significati, lo abbiamo soltanto studiato, ma non lo abbiamo davvero letto.
 Proviamo a rileggere, senza secondi fini, un sonetto foscoliano, un canto della Divina Commedia di Dante Alighieri, o un capitolo dei  Promessi sposi  manzoniani, immergiamoci nelle pagine di filosofi come Platone o Nietzsche godendo della forma e della sostanza, espressa  dalle loro  parole, e lasciamo che i concetti e le immagini maturino in noi, diventando uno ktema es aei (un possesso perenne, cfr. Tucidide…).  Questo vale anche per le materie meno umanistiche e più scientifiche, le nozioni non vanno solo memorizzate, vanno comprese (dal latino comprehendo = abbraccio) e interiorizzate; tanto per intenderci, non mi serve imparare a memoria un manuale di anatomia o tutto il codice civile, se poi non riesco a interpretarli, e l’interpretazione nasce sempre da una fruizione partecipata di ciò che stiamo studiando .
Solo in questo modo, la lettura accademica non sarà una semplice raccolta di nozioni da sfoggiare al momento opportuno…

P.S.  Una  lettura accademica mal fatta può diventare una lettura annoiata,  o distratta, e può avere anche degli effetti collaterali di tipo fisico: capita di frequente infatti che questo stile di lettura si accompagni  ad un bisogno compulsivo di fare altro (stare al computer o davanti la TV, fantasticare, mangiare…)
È necessario porsi delle scadenze e degli obiettivi durante i nostri studi, ma non dobbiamo neanche forzare la mano; studiare deve essere un arricchimento e non soltanto un fastidioso obbligo ingrassante… (anche se tante volte, non è facile…)

giovedì 2 agosto 2012

mercoledì 1 agosto 2012

I diversi stili di lettura (prima parte...)




Partiamo da un asserto fondamentale: non esistono cattivi lettori (tutt’al più esistono opere scadenti, questa è la fregatura… ma sta a noi evitarle o leggerle con cautela…)
La lettura siamo noi (noi scegliamo l’opera, il momento e il luogo della nostra lettura) e ciascuno di noi è unico e inimitabile per cui avrà una propria maniera di vivere le pagine che sta leggendo…
Date queste premesse non voglio fare alcuna categorizzazione, tuttavia mi piacerebbe riflettere sui diversi modi in cui leggiamo, perché nella diversità esistono delle costanti, dettate dalle contingenze, che non possono essere trascurate.
Riflettere su di esse può aiutare a correggere qualche cattiva abitudine, a valorizzare le nostre qualità e a capire meglio in che modo ognuno di noi, secondo le sue possibilità,  possa diventare un lettore creativo.

Cominciamo a indagare tre stili di lettura apparentemente sbagliati (lo sbaglio non è mai nello stile ma nelle circostanze  in cui questo si manifesta)…

1) Lettura distratta o superficiale: Gli occhi scorrono con assoluta indifferenza le pagine che sono loro sottoposte; per cui solo poche parole, corrispondenti ad altrettanto pochi concetti, riescono ad impressionarli e a fissarsi nei nostri pensieri. Spesso questo stile di lettura è conseguenza di una costrizione (a volte anche di un’autocostrizione) e può combinarsi con altri stili. Ogni cosa a suo tempo…
In certe circostanze… meglio sfogliare un bell’album di fotografie!

2) Lettura annoiata: Per certi versi è molto simile alla lettura distratta, ma le sue premesse sono leggermente diverse. Quante volte ci capita di essere incuriositi dal titolo di un’opera letteraria, o di averne tanto sentito parlare, da decidere di prenderla  in mano e cimentarci nella sua lettura? D’improvviso però ( o pian piano, dipende dalle circostanze)  il quid che ci ha spinto alla lettura svanisce e rimaniamo (talvolta inspiegabilmente) delusi da quello che leggiamo. Siamo testardi, insistiamo, ma non troviamo nessuna corrispondenza (neanche minima) tra noi le pagine che stiamo sfogliando…
Spesso non è colpa di ciò che stiamo leggendo (non ci troviamo necessariamente davanti a un cattivo libro); possiamo essere noi che, in quel preciso istante, abbiamo bisogno di altro (una bella passeggiata, un bel film, un altro libro!)  e non ci troviamo in sintonia con le parole che scorrono sotto i nostri occhi. Ci sforziamo di continuare il nostro viaggio tra le pagine, senza accettare che non siamo riusciti a partire, e ci annoiamo…
Chiudiamo questo libro, riserviamocelo per un momento più opportuno…

3) Lettura rapida: la lettura rapida è funzionale a qualcos’altro, un ripasso, una punta di curiosità, l’urgenza di recuperare delle informazioni. Solitamente quindi serve a riportare a galla delle impressioni che avevamo colto in una lettura precedente. A volte si legge rapidamente per scommessa (chi finisce prima di leggere questa pagina?) a volte per superficialità ( va bene, questo argomento non mi interessa, ma leggiamo comunque, magari ci trovo qualcosa di interessante). Può certamente essere uno stile di lettura costruttivo, ma bisogna saperlo gestire!
La lettura rapida di una poesia spegne i suoi colori nascosti…