È
bello immergersi nelle pagine che stiamo leggendo, sentirle vibrare nella
nostra anima e condividerle pienamente, pensare che “tutto è bello, tutto è
perfetto, tutto è vero”, ma… è sempre giusta, ovvero, è sempre equilibrata,
questa maniera di leggere? Non sarà che a volte ci facciamo trasportare troppo,
e che i nostri neuroni sono un po’ troppo sensibili (fessacchiotti…) al fascino
della pagina scritta?
Questo non vuole certo essere un attacco ai cuori dei
lettori più appassionati (spesso solitari e sprezzanti del volgo…), è più che altro una constatazione: alcuni sensibilissimi lettori non riescono a
mantenere le giuste distanze da ciò che stanno leggendo, immedesimandosi in modo eccessivo nelle pagine
che divorano con tutte le parti del loro corpo ( PRENDERE PER ORO COLATO LE
COSE CHE SI LEGGONO….)
Sembra uno stile di lettura poco frequente, ma i lettori di opere filosofiche e
pseudofilosofiche protendono spesso a
immedesimarsi nelle parole di quelli che considerano dei maestri! Una forma di
immedesimazione più subdola è quella del citazionismo esasperato: Il lettore
che tende all’immedesimazione impara a
memoria frasi e stralci di un libro che lo emozionano e poi…li usa (li vomita
letteralmente) al momento che ritiene più opportuno (e che magari non lo è proprio…)
Perdersi nei meandri di un
libro è meraviglioso, rilassante, rigenerante (Però stiamo attenti ai nostri occhi! Leggiamo adoperando la giusta luce, altrimenti, una bella
congiuntivite, non ce la toglierà nessuno, altroché lettura rilassante!!!!) Ma
aggrappiamoci sempre , come Teseo, al filo d’Arianna che ci permette di mantenere un
contatto con la realtà!Immedesimarsi sì, ma con critica moderazione…
io appartengo alla categoria che ricorda a memoria le frasi dei libri, ma non li uso a sproposito ;-) .... almeno spero :-/
RispondiEliminaSere :-)
Ci fidiamo! ;)
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