Quasi quattromila anni di storia per questo disco su cui sono incisi alcuni simboli che, ancora oggi, non hanno trovato decifrazione...ma è scrittura, forma di espressione ispirata agli oggetti che sono nello spazio...
Questo testimonia che scrittura e lettura sono esperienze innanzitutto visive, non solo perché coinvolgono gli occhi che decifrano un codice, ma perché questo codice stabilisce un continuo (più o meno arbitrario, più o meno sublimato) contatto con la realtà che ci circonda...
Ogni parola possiede una consistenza, in quanto insieme di grafemi, morfema, parte del discorso, ma anche perché è sempre, in qualche modo, 'deittica', terrena, fisica, nella sua capacità evocativa...è questo che sembra dirci l'enigmatico disco di Festo...
Nessun commento:
Posta un commento