Quando, qualche mese fa, sono stata contattata dalla pagina
di Instagram IlprofessorX che mi offriva la possibilità di leggere una storia
tutta romana conservata nei miei ricordi di studentessa universitaria e
reiterata negli anni attraverso la lettura di alcune fonti latine, non mi sono
ovviamente tirata indietro.
Il periodo storico ed il personaggio indagati da
G.Middei nel suo romanzo d'esordio Clodio
(Navarra editore 2021) sono a dir poco
complicati, considerando che bisogna sempre fare i conti con le interpretazioni
storiografiche latine orientate alla celebrazione dei difensori della Respublica
degli optimates e in generale alla difesa di tutto ciò che non fosse
perturbante per lo Stato Romano ( storiografia della classe dominante).
Detto ciò quella lanciata da Middei è una vera e
propria sfida narrativa che intreccia
con buona perizia due tipologie di romanzo: quello tipicamente storico e quello
psicologico e introspettivo dai risvolti filosofici.
Ambienti e attori sono ritratti con grande precisione
iconografica: il teatro delle azioni e quello delle anime dei personaggi si
intrecciano in una climax ascendente e indagatoria che, narrando e indagando il
punto di vista di Clodio, appartenente alla nobile famiglia dei Claudii ma
tacciato di incapacità dal padre in punto di morte[1],
si pone in posizione alternativa rispetto a quello dominante della Respublica
romanorun.
Clodio non è un romanzo semplice, non
tanto per la sua distanza temporale dalla nostra contingenza, presto diminuita
dalle attualissime determinazioni del
protagonista che cerca con ogni mezzo si sconfessare la propria supposta
inettitudine sociale, quanto piuttosto per la sua ricchezza indagatoria che può essere superficialmente scambiata per prolissità ma ne è l'autentica
cifra.
I naturali squilibri che possono verificarsi tra vero e verosimile, tra mondo e anime dei
personaggi diventano preziose immagini narrative che ridisegnano il complesso
periodo della Roma dei triumviri e di Cicerone, riconsegnandola anche ai suoi
attori non protagonisti e facendola rivivere davanti agli occhi del lettore.
Clodio è indagato ed agito il tutte le sfaccettature della sua anima: emerge un personaggio chiaroscurale dalle idee innovative che rimane incompreso dalla storia dei dominatori, ma che non merita di contro la nostra esecratio.
Insieme a lui la figura quasi speculare della
moglie Fulvia[2],
nella quale si si rifrangono le sue fragilità e violente debolezze di uomo, e
che riflette, completa e giudica nella complessità fragile della sua anima di
domina quella tormentata del suo compagno.
Quella di Clodio è
senza dubbio una complessità
narrativa e riflessiva che, ad un'attenta lettura, va oltre
la sua epoca e si tinge di un' universalità senza tempo.
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