Ci sono voluti circa quattro mesi, una lettura infinita, lenta,
meditata e perlopiù notturna, ma ho
realizzato il mio sogno trentennale: leggere GONE WHIT THE WIND (per dirlo
all'italiana VIA COL VENTO) il romanzo di Margaret Mitchell da cui è stato tratto uno di quei filmoni chilometrici
che, a partire dai miei otto anni di
età, avrò visto e rivisto almeno cinquanta volte.
Questa NON sarà una recensione (recensire un Pulitzer del
1936 sarebbe giusto un po' ridondante)
sarà piuttosto una sorta di ricordo-racconto che, osservando la storia di carta
di Rossella O'Hara e Rhett Buttler,
riflette e narra il valore di una simile scelta di lettura.
Penso di aver visto Via Col
Vento di Victor Fleming, per intero, per la prima volta, intorno agli otto
- nove anni d'età, e non mi sono addormentata neanche un secondo.
Mi innamorai di Vivien Leigh, dei suoi occhi verdi e dell'abito
bianco e verde indossato alle Dodici Querce. Mi concentrai sui titoli che
raccontavano la guerra di secessione americana e indagai per i fatti miei cosa
fosse successo negli Stati Uniti nel 1861. Simpatizzai per Rhett Buttler e per
la dolce Melania Hamilton malsopportando invece quel bacchettone biondo di
Ashley Wilkes.
Quando di lì a poco i miei genitori comprarono un
videoregistratore, mi attrezzai per registrare questo bel filmone e cominciai a
guardarlo e riguardarlo, anche a puntate. Sapevo perfettamente dove
interrompere la visione per non stancarmi troppo.
Il culmine della mia passione lo raggiunsi quando, in terza
media, proposi alla mia professoressa di storia di portare a scuola un film
raccontasse guerra di Secessione. Portai le mie adorate videocassette di Via col vento e godetti di una visione
del film in aula magna, su un maxischermo di discreta grandezza. Non so dire
quanto fosse entusiasta la mia profesoressa, ma io ero letteralmente
elettrizzata.
Ricordo ancora la visione della fiction Rossella (1994) che avrebbe dovuto concludere con un lieto fine, la
vicenda narrate nel film. Non mi piacque, ne ho la registrazione ma non l'ho
più rivista.
Ho acquistato nel 2013 il bluray di Via col vento restaurato e ho usato la versione in lingua originale
per ripassare inglese in vista dell'orale del concorso a cattedra, ma non avevo
mai provato ad acquistare il libro di Margaret Mitchell; io, che ho sempre
creduto che nei libri ci fosse di più rispetto alle loro riduzioni
cinematografiche e che me lo sono continuamente dimostrato con la lettura di Harry Potter, della Storia
infinita, e di tanti altri testi più o meno corposi, diventati film.
Non era il blocco del
lettore ad impedirmi di affrontare Via
col vento, era la pigrizia della fruitrice delle storie carta obnubilata
dal fascino di una faticosa pellicola
che nella sua testa ( e non solo) era già lei un'opera letteraria fatta di
celluloide.
Via col vento è
un libro di oltre mille pagine. A dirla tutta è strutturata in sessantadue capitoli divisi in
cinque parti. Insomma, è uno di quei libri che
comunemente si definiscono "mattoni", è stato scritto da una giornalista, negli anni trenta del
novecento, e ha l'aggravante di non definirsi più di tanto un classico, in quanto, pur
meritando questa definizione, è diventato suo malgrado lo screenplay ufficioso
dell'omonimo famosissimo film che ha ispirato.
Chi legge oggi Via col
vento dopo aver avuto il coraggio di
sciropparsi tutto il film, ha solitamente ben chiara la sua trama, la riconosce
e l'ascolta tra le pagine che riecheggiano, talvolta con impressionante
fedeltà, le immagini di celluloide, e se è già
abbastanza faticoso per uno spettatore
contemporaneo guardare un film che dura duecentotrentotto minuti,
avventurarsi nella lettura di un mattone di tal fatta appare, non a torto,
un'impresa titanica.
Mi sono cimentata con
entusiasmo nella lettura di una vicenda
che credevo di conoscere alla perfezione e che si dipana in dodici lunghi
anni di grandi cambiamenti storici e
sociali per gli Stati Uniti.
Le macroscopiche differenze rispetto alla
pellicola del 1939 sono abbastanza tipiche: una maggior articolazione delle varie
scene che alternano e fondono descrizione e narrazione in un continuo gioco di
punti di vista; un maggiore numero di
personaggi secondari di un certo spessore;uno studio più attento e articolato delle fogure principali,
indagate con grande perizia narrativa; le tre maternità di Rossella e le figure
(poco definite ma sempre avocate nella scrittura) dei suoi tre figli,frutto
degli altrettanti matrimoni da lei contratti.
Tuttavia sono davvero notevoli le somiglianze tra film e libro:
intere scene e dialoghi non hanno subito adattamenti dalla carta alla scena.
Via col vento di carta, è senza mezzi termini la sceneggiatura di Via col vento di celluloide in
un'impressionante sovrapposizione di piani evocativi tra pagine e scene.
Nel mondo di carta emerge con nettezza la figura della
protagonista.
Rossella è una femminista ante litteram, sostiene gli schiaffi di una vita violentata dalla grande storia, ricostruisce con tenacia il suo mondo fatto a pezzi dalla guerra non facendosi scrupoli davanti a nessuno, ma nello stesso tempo mostra un totale analfabetismo a livello sentimentale che si ripercuote dolorosamente nella sua sfera privata di donna, madre e amante, il suo " Ci penserò domani" è un vero è proprio mantra che l' accompagna in tutta la vicenda e l'aiuta a riorganizzare di volta in volta la sua vita; Rhett Buttler è l'uomo a lei predestinato come sembra indicarle anche una profezia di Mammy, all'inizio della vicenda La loro affinità è indubbia ma Rossella la trascura per correre dietro al fantasma di un'infatuazione incarnato da Ashley, l'inetto, l'uomo fragile e irresoluto a livello sentimentale, l'uomo fedele al passato che non riesce a reinventarsi nel presente, e che tuttavia è sostenuto e protetto dalla grande anima della dolce fragile e forte Melania, incarnazione dell'amore inteso come agape universale.
Via col vento è un romanzo storico e sentimentale dalla trama quasi
ipertrofica, un lungo viaggio nella storia e nelle storie, in cui la fine di
un'epoca si fonde a quella dell'innocenza dei protagonisti: Rossella ha sedici
anni quando entra in scena e ne esce all'età di ventotto. La bambina che si
è apparentemente conservata nella sua
infatuazione per Ashley ha fatto spazio alla donna ferita e completa,
abbandonata dall'unico uomo e dalla sola amica che abbiano compreso e amato le
complesse profondità della sua anima.
Leggere un'opera così imponente significa entrare senza mezzi
termini in un mondo che non c'è più, edulcorato in tante sfumature della
narrazione ma sempre onnicomprensivo nella sua struttura.
Chi me lo ha fatto fare? Una domanda che è stata ricorrente in
questi quattro mesi, e che trova una risposta nella coscienza che la lettura di
un mattone del genere è un'enorme risorsa per l'immaginario di chi l'affronta,
perché in un contesto come quello di Via col vento ci si deve lasciare andare
all'immaginario, e poco importa se questo
è già segnato dalle scene e ha i
volti e le voci dei personaggi del film, perché le pagine lo arricchiranno, lo
tramortiranno con altre inaspettate scoperte narrative, chiuderanno insomma un
cerchio.
Leggere un grande romanzo significa sempre e comunque entrare in
un altro mondo, ed è dolce potervi
rimanere per tanto tempo, osservarne i cambiamenti, vivere tra i suoi
personaggi.
Quella di Via col vento è una lettura che ha un profondo valore metacognitivo, perché
permette di riflettere sul valore intrinseco delle narrazioni romanzesche,
intese non tanto e non solo come brevi episodi da bere in una giornata ma come
vicende sontuose, piene, costruite, fatte di personaggi, paesaggi e di storia che innerva le loro storie; e fa
riflettere anche sul nostro rapporto con la lettura in sé e con noi stessi che,
come afferma Colum McCann, viviamo in una " sorta di giostra in
accelerazione"[1]ma
abbiamo bisogno di fermare questo tempo forsennato attraverso le storie che ci
ricollocano al suo interno.
VIA COL VENTO sarà anche un mattone di carta, ma l'esperienza di
lettura che ne deriva dimostra il grande
valore che ha ancora oggi e forse oggi più di ieri, per l'immaginario talvolta
troppo frettoloso dei lettori.
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