Pubblicate
per la prima volta nel 1946, incluse nel volume mondadoriano che raccoglie
tutte le prose di Umberto Saba curato da Arrigo Stara nel 2001, le Scorciatoie e raccontini, brevi prose scorciate
che coniugano il rigore logico dell’aforisma con la densità visionaria e
coloristica della prosa narrativa, hanno da qualche anno conosiuto una seconda
giovinezza: sono state infatti ripubblicate da Einaudi nell’aprile del 2011, in
uno smilzo volumetto dalla copertina verde, in cui è possibile leggere (o
rileggere, per chi già le conoscesse) una
delle più innovative opere del poeta triestino, autore del celebre Canzoniere, che in questi suoi 165
brevi, e brevissimi, scritti aforistico-narrativi, cui fanno seguito 14
singolari storielle dal taglio lievemente più lungo, si rivela anche un
grandissimo prosatore.
Nella sua
Storia e cronistoria del Canzoniere (1946) Saba, accennando allo scarso
successo sortito da Scorciatoie e Raccontini, dichiara che queste prose hanno “le radici nell’Ottocento e la testa nel
2050”, e in una lettera alla figlia Linuccia, risalente al 30 Novembre 1945,
sempre parlando di Scorciatoie, l’autore triestino si esprime in questi
termini: “È più che un bel libro; è il libro del Novecento, come Candide
fu il libro nel quale si assomma il Settecento. Pochi, assai pochi lo
capiranno. Ma l’opera è vitale… come lo fu il tuo povero padre”.
Saba
considerava quindi Scorciatoie e raccontini un’opera d’importanza
capitale, del resto è vero che, sebbene questa raccolta affondi le sue radici
nel diciannovesimo secolo, è effettivamente proiettata verso il futuro, e verso un
pubblico giovane, in grado di affrontare un tipo di narrativa innovativa, che non
vuole solo essere letta, ma ha il fisiologico bisogno essere vissuta in ogni
sua parola; proprio per questo motivo anche la grafia di Scorciatoie e raccontini è connotata
in una maniera che potremmo definire sentimentale, ed è portatrice di
significati complessi e profondi.
Per
comprendere la densità di quest’opera
si leggano la prima e la seconda scorciatoia
in cui l’autore riconosce la complessità grafica ed argomentativa delle sue
brevi prose:
1 GRAFIA DI SCORCIATOIE Sono
piene di parentesi, di - fra lineette - di “fra virgolette”, di parole
sottolineate nel manoscritto e che devono essere stampate in corsivo, di parole
in maiuscolo, di “tre puntini”, di segni esclamativi e di domanda. Che il proto
prima, e il lettore poi, mi perdonino. Non so più dire senza abbreviare; e non
potevo abbreviare altrimenti.
2 SCORCIATOIE Sono – dice il
Dizionario – vie più brevi per andare da un luogo ad un altro. Sono, a volte,
difficili; veri sentieri per capre. Possono dare la nostalgia delle strade
lunghe, piane, diritte, provinciali.
Scorciatoie e Raccontini, che Saba dice di
aver scritto in collaborazione con Nietzsche e Freud (ma nel quale è possibile
rintracciare anche degli echi leopardiani) non è solo un’opera in cui l’autore
triestino mette in mostra tutte le sue conoscenze psicoanalitiche, in una sorta
di utopistica progettazione di una nuova società; è in primo luogo una raccolta
di prose scorciate e di favolette contemporanee e senza tempo, in cui Saba fornisce
una propria interpretazione di fatti, personaggi ed opere letterarie osservando
la società che lo circonda, ed esprimendo giudizi taglienti e dissonanti nei
confronti di autori osannati dai suoi contemporanei come Francesco Petrarca, Stephan
Mallarmè, Giovanni Pascoli o Alberto Moravia.
Nelle
sue pagine, che sono un dolceamaro frutto in cui si percepiscono “le lacrime ed
il sangue” del poeta triestino scampato alle persecuzioni della guerra, Saba disegna
inoltre un acuto ed impietoso ritratto dei totalitarismi e dei loro principali
fautori, rivelandosi un fine esegeta ed un sensibile interprete della realtà in
cui vive.
Le Scorciatoie
ed i raccontini sono quindi dolci e dolorosi, infatti dietro a una
similitudine o ad un’affermazione paradossale e bizzarra nascondono profondi
coni d’ombra, che possono anche turbare
ed amareggiare un lettore sensibile, e rivelano la loro talvolta sconcertante
attualità, nonostante siano state concepite da Saba in un definito periodo
storico (Il fascismo ed il secondo dopoguerra).
Ma Scorciatoie e raccontini sono soprattutto
un immenso messaggio d’amore, che Saba affida con fiducia ai suoi lettori,
perché crede fermamente che le generazioni del futuro potranno capirlo, e saranno
disposte ad ascoltarlo.
Sarà
vero? Noi pensiamo di sì; perché, sebbene la società contemporanea abbia sempre
una gran fretta, e la fretta sia notoriamente una cattiva consigliera, nella
lettura di Scorciatoie e Raccontini, come in qualsiasi altro tipo di
azione, la nostra generazione è più curiosa e disinibita e potrebbe essere
pronta ad affrontare le parole, leggere come farfalle e pesanti come macigni
scritte da un anziano, eppur giovanissimo, Umberto Saba.
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