Quella della "Cognizione del dolore" è una lettura complessa e faticosa nella sua relativa brevità.
Ci vuole tempo e concentrazione per confrontarsi con Gadda.
Il suo Gonzalo è un personaggio
che raccoglie molte suggestioni della letteratura di inizio 900. È certamente un inetto
differente da quelli consacrati dalla letteratura nazionale e internazionale. Il suo disagio
esistenziale dettato da ragioni storiche e caratteriali si traduce in un coagulo linguistico
doloroso ( che del resto rispecchia il malessere dell'autore, come sarà affermato i postfazione)
e baroccheggiante, una lingua grondante di arcaismi e neologismi che disegna con coloriture
espressioniste luoghi e fatti fittiziamente fantastici.
La figura della Madre, il cui nome viene indicato dall'autore, ma che è più epicamente solo
MADRE, ha in sè una dolcezza e una stanchezza che appartengono a un tempo che non esiste più.
La madre è altro, è la cortesia e la nobiltà del passato che sarà infatti sfigurata dal doloroso
presente senza nome nella conclusione incompiuta del libro.
Un'esperienza di scrittura e di conseguente lettura umorale, condizionata senza dubbio dal clima
storico nel quale è stata prodotta ( non è una mia intuizione, è un'affermazione dello stesso
Gadda) affascinante nella sua durezza espressiva e compiuta nella sua irresolutezza.
Un blog? Sarebbe più esatto definirlo un insieme di spunti, sensazioni, emozioni, tutte date dalla lettura. Poesie, romanzi, racconti, non fa differenza, l'importante è far scorrere nelle parole che leggiamo il nostro sangue per far vivere ogni emozione che una buona lettura può offrirci! =)
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