I Leoni di Sicilia di Stefania Auci è stato, e continua ad essere, il caso letterario di
questo ultimo anno. Pubblicato nel 2019 dalla Casa Editrice Nord ha conquistato
tantissimi lettori con la sua scrittura rotonda e facile, che tratteggia con
ferme e dense pennellate luoghi avvenimenti e personaggi.
Questo è di fatto il primo capitolo della saga dei Florio, la famiglia di
imprenditori che tra il XIX e i primi anni del XX secolo ha segnato la storia
economica e culturale di Palermo e dell'intera Sicilia, e terminando la lettura
si è assaliti dalla curiosità di sapere come si evolverà il romanzo familiare
in cui il verghiano ideale dell’ostrica viene stravolto con spudorata sagacia
prima dai capostipiti Paolo e Ignazio e poi dal loro figlio Vincenzo.
Le vicende scorrono piacevolmente davanti agli occhi dei lettori: chi
conosce la città Palermo è avvantaggiato nella lettura perché riesce a vedere
materialmente il teatro in cui le vicende dei Florio si consumano, e riconosce
le loro impronte raccontate nella scrittura.
Ci invece non ha esperienza di questa città non potrà non rimanere
avvinto dai lacci letterari tesi dall'autrice che riporta in vita un mondo che
non c'è più ma che ha lasciato tracce culturali e geografiche
profonde e degne di essere raccontate.
I leoni di Sicilia è un prodotto letterario di un certo pregio per la sua
immediatezza, per cui le parole diventano cose senza tuttavia appesantirsi
di sfumature lirico-evocative; il romanzo può già
considerarsi il canovaccio ( lo screenplay volendo fare l'esterofila)
di una fiction per il modo in cui è tagliato e narrato, a livello strutturale
infatti le varie sezioni temporali/ puntate in cui è suddiviso riportano
un titolo che richiama gli interessi dei Florio e le introduzioni di
carattere storico contestualizzano con puntualità le vicende; i proverbi che
introducono ogni sezione, oltre a fornire un sapore folkloristico, la
incastonano nella tradizione regionale attraverso l'uso del dialetto. A
livello narrativo la forza rappresentativa con cui sono raccontate le vicende
permette ai lettori di recuperare sogni desideri e caratteri dei
personaggi, e di indagare e osservare ogni singolo protagonista in una
coralità di punti di vista che si alternano e si completano. Ogni personaggio
è infatti narrato dall'interno, in quelle che sono le sue risoluzioni, le
debolezze, e nei movimenti della sua anima.
Di fatto l'intenzione del romanzo storico d'epoca si realizza in una
scrittura “di consumo”, che racconta in un incalzante presente storico, ne
favorisce l'immediatezza e permette di osservare con una certa immedesimazione
i moti sentimentali e sensuali dei personaggi.
I leoni di Sicilia sono quindi un'esperienza di lettura visionaria e cinematografica che
forse a qualche purista farà storcere il naso per una sua supposta e supponente
scarsa profondità letteraria; tuttavia una costruzione narrativa di questo tipo
ha l'indiscutibile pregio di avvicinare alla lettura anche i lettori
occasionali che, dopo aver tentennato davanti alla voluminosità del "
tomazzo" sono conquistati dalla sua scrittura dialogica pulita e
scorrevole. Ben venga allora in caso letterario e aspettiamo anche la fiction,
augurandoci che tra il teatro della scrittura e l’occhio televisivo sia il
primo ad avere la meglio, sancendo il fascino indiscutibile di questa
saga familiare così come è stata interpretata e raccontata attraverso la
scrittura dalla sua autrice.